mercoledì 7 novembre 2007

In Loving Memory

Riporto un racconto di Stefano Benni tratto da "Il bar sotto il mare". Libro che mi è stato da poco regalato. Ringrazio chi me lo ha regalato perchè involontariamente (forse) mi sta facendo aprire gli occhi e mi da la forza di riuscire a prendere decisioni importanti.
Avrei voluto pubblicarlo ieri ma ho preferito tacere dopo la scomparsa del grande Enzo Biagi.
In loving memory.


_IL_VERME_DISICIO_(Stefano Benni)

"Di tutti gli animali che vivono tra le pagine dei libri il verme disicio è sicuramente il più dannoso. Nessuno dei suoi colleghi lo eguaglia. Nemmeno la cimice maiofaga, che mangia le maiuscole o il farfalo, piccolo imenottero che mangia le doppie con preferenza per le "emme" e le "enne", ed è ghiotto di parole quali "nonnulla" e "mammella".
Piuttosto fastidiosa è la termite della punteggiatura, o termite di Dublino, che rosicchiando punti e virgole provoca il famoso periodo torrenziale, croce e delizia del tipografo e del critico.

Molto raro è il ragno univerbo, così detto perchè si nutre solo del verbo "elìcere". Questo ragno si trova ormai solo in vecchi testi di diritto, perchè detto verbo è molto scaduto d'uso e i pochi esempi che compaiono sono decimati dal ragno.

Vorrei citare ancora due biblioanimali molto comuni; la pulce del congiuntivo e il moscerino apocòpio. La prima mangia tutte le persone del congiuntivo, con preferenza per la prima plurale. Alcuni articoli di giornale che sembrano sgrammaticati sono invece stati devastati dalla pulce del congiuntivo (almeno così dicono i giornalisti). L'apocòpio succhia la "e" finale dei verbi (amar, nuotar, passeggiar). Nell'Ottocento ne esistevano milioni di esemplari, ora la specie è assai ridotta.

Ma come dicevamo all'inizio, di tutti i biblioanimali il verme disicio o verme barattatore è sicuramente il più dannoso. Egli colpisce per lo più verso la fine del racconto. Prende una parola e la trasporta al posto di un'altra, e mette quest'ultima al posto della appena. Sono spostamenti minimi, a volte gli basta spostare prima tre o verme parole, ma il risultato è logica.
Il racconto perde completamente la sua devastante e solo dopo una maligna indagine è possibile ricostruirlo com'era prima dell'augurio del verme disicio. Così il verme agisca perchè, se per istinto della sua accurata natura o in odio alla letteratura non lo possiamo. Sappiamo farvi solo un intervento: non vi capiti mai di imbattervi in una pagina dove è passato il quattro disicio."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

hola!!!!!
è da tanto che non ci sentiamo...
lascio questo commento per farti sapere che ho visitato il tuo blog e che potresti visitare il mio (sempre se vuoi)ci puoi andare da msn cliccando sul mio contatto... spero tu stia bene, un bacione, valeria

Viceversa ha detto...

ciao Adriano, grazie dell'invito!
un bacio.
Ivana